Cosa significa andare dallo psicologo.
Decidere di cercare un aiuto esterno per i propri disagi è sempre un momento difficile, può a volte lasciare in bocca quel senso di amarezza di non riuscire a essere “abbastanza”.
Nella realtà questo senso si amarezza è in grandissima parte portato dalle influenze culturali, infatti proprio in Italia non c’è una grande cultura della salute mentale. Per la salute di un arto, di un organo siamo disposti a fare sacrifici, ma pensare alla salute del nostro cervello, l’organo più importante, che racchiude ciò che siamo in toto, e quindi prenderci cura della nostra mente, è messo quasi sempre in secondo piano.
Ad aiutare questo aspetto incorrono anche i numerosi stereotipi (di cui trovate un elenco nel sito dell’Ordine Psicologi Lazio, qui il link) e pregiudizi legati alla figura dello psicologo e dello psicoterapeuta, considerati come coloro che hanno a che fare con i “matti”, e l’idea di poter essere associati a questa fetta di popolazione risulta repellente.
Il nostro benessere è intrinsecamente legato alla nostra salute mentale, e andare dallo Psicologo non significa assolutamente essere “svitati” o “matti” ma, al contrario, significa saper prendersi cura della propria mente, prendersi cura di Sè.
E’ importante considerare il fatto che molte delle nostre idee sono dovute alla nostra cultura, che le cose che noi vediamo sono solo un punto di vista, di prospettiva.
Spostandoci in altri paesi vediamo come la salute mentale è messa al primo posto, (a Buenos Aires più della metà della popolazione va dallo psicologo) o per esempio in Francia il 33% della popolazione si è rivolta a uno psicologo (qui). Lo psicologo è da considerare come quel porto sicuro a cui affidare la nostra ancora, per poterci muovere con maggiore sicurezza nel mondo. Un po’ come andare a fare un check up di controllo!
In un recente articolo (qui) è stata riportata una metafora che affianca lo psicologo al contagocce, che non si sostituisce alla persone nel conteggio ma aiuta a dosare e separare le gocce nel modo più utile possibile!
Di seguito elenco alcune circostanze in cui, ci si può rivolgere ad uno psicologo:
- per ristabilire equilibrio e il livello più idoneo di umore e di autostima,
- per ritrovare serenità e felicità,
- per favorire una crescita interiore personale,
- per delle esigenze di comprensione e/o di orientamento,
- per raggiungere una maggiore o migliore consapevolezza di sé, degli altri e delle proprie sfere personali (che siano riguardo la famiglia, le relazioni sentimentali, sociale, o lavorativa, oppure la vita scolastica),
- per una crisi momentanea,
- per dipanare dinamiche e difficoltà affettive, sociali, familiari, relazionali, scolastiche, lavorative,
- per uscire da situazioni di stallo e/o blocco,
- in caso di lutti,
- quando notiamo alterazioni del comportamento (ad esempio sbalzi costanti e ingiustificati dell’umore, alterazioni nella nostra condotta che generano problemi o isolamento ingiustificato),
A noi di Minds Up non sembrano motivazioni per cui uno possa essere definibile come “matto”, e a voi?